E proprio sulla tematica legata alla vita professionale e ai posti di lavoro sono sostanzialmente emersi tre aspetti sui quali gli intervistati concordano:
a) le nuove tecnologie invaderanno sempre di più il nostro vivere quotidiano: famiglia, lavoro, scuola, sanità, trasporti, comunicazione, acquisti, casa, soldi ecc..
b) il sistema formativo e scolastico, dalle elementari sino all'università, non è ancora sufficientemente strutturato per trasferire le competenze necessarie a questo processo di cambiamento: quindi, sempre secondo gli esperti, sarebbe il caso di accellerare su riforme strutturali proprio in questo senso.
c) la gran parte dei lavori e delle professioni cambierà sensibilmente, a livello di processi creativi, produttivi, commerciali. Un percorso tecnologico che ci permetterà, teoricamente, di avere più tempo libero da passare come meglio si preferisce, aumentando così la qualità della vita in generale.
Se questi sono i punti sui quali c'è un accordo pressochè unanime, ecco quali sono le tematiche che creano una spaccatura previsionale: per il 48% degli esperti, il livello generale di qualità di vita e lavoro migliorerà ma diminuiranno i posti disponibili nelle aziende. In altri termini la tecnologia avrà effetti negazi sull'occupazione dei lavoratori meno specializzati e gli impiegati generici.
Il 52% degli esperti punta sull'ottimismo, nel senso che secondo loro l’innovazione, per vie parallele, darà vita a più opportunità di lavoro di quante in realtà vengano meno. Il tutto in una linea di continuità che ha sempre visto l'essere umano capace di adattarsi a nuovi processi sociali, economici e produttivi della storia.
Il nodo da sciogliere, quindi, riguarda proprio la capacità che avranno la politica, la società, le aziende, la cultura e la scuola di plasmarsi in base alle nuove dinamiche tecnologiche dei prossimi dieci anni.
Per consultare la ricerca condotta da Pew in versione integrale e in lingua originale, ecco il link:
Vita e lavoro come saranno nel 2025?
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