Ciò che sta cambiando, inoltre, è l'età degli espatriati: quelli che hanno tra i 40 e i 49 anni hanno raggiunto quota 79,2% (+51,2% nella fascia 50-64 anni).
I giovani diretti all'estero, invece, sono invece aumentati meno: +44,4% quanti avevano tra i 15 e i 29 anni, +43% la fascia 30-39 anni.
In termini assoluti, tuttavia, continuano a essere i giovani ovviamente, a emigrare in maniera più massiccia: nel 2013 il 36,3% del totale aveva tra i 30 e i 39 anni, il 27,8% tra i 15 e i 29 anni. Nel frattempo è anche salita al 21,9% la fascia 40-49 anni e al 14% quella tra i 50-64 anni.
Un dato paradossale? Fino a 10 - 15 anni fa, a 50 - 60 anni l'emigrato rientrava al Paese natio per godersi i risparmi o la pensione frutto di anni di lavoro all'estero. Oggi, vedi i dati sopra, crescono quelli che proprio in quella fascia d'età partono per sanare situazioni economiche e professionali piuttosto critiche.
Chi è che emigra dopo il giro di boa dei quarant'anni? L'ipotesi della Cna è che siano fasce sociali colpite dalla crisi, persone che la mancanza di occupazioni qualificate non permette di valorizzare. Probabilmente anche imprenditori, che puntano a 'vendere' la propria esperienza all'estero, in mercati emergenti e non riflessivi come quello italiano.
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